Fare il pane in casa allontana lo stress: tutti i benefici di un’antica abitudine
La scienza non ha dubbi: l’intero procedimento per fare il pane in casa funziona a tutti gli effetti come un antidepressivo naturale. Lo ha appurato di recente uno studio svolto presso il dipartimento di Psichiatria dell’Università di Pechino: fare il pane facilita una specie di “scissione”, un distacco dalla mante che rimugina e fissa il pensiero su idee negative.
Ma la sensazione di rilassamento provata durante l’atto di impastare è nota già anticamente, quando a dedicarsi a questa attività erano le nostre nonne.
Cercare gli ingredienti, mescolarli e trasformarli sono tutti atti di un’espressione creativa che sollecita la dopamina, il neurotrasmettitore delle gratificazioni.
Il pane creato con le proprie mani testimonia le proprie capacità, restituendo così una sensazione piacevole di competenza che alimenta l’autostima. La maggior fiducia in se stessi consente di trovare la forza e l’energia per nuove esperienze.
Sollevare e premere un impasto tra le dita, con un ritmo lento e alternato, stimola la produzione di endorfine e riduce il cortisolo, che contrasta l’attivazione della serotonina, che è invece una molecola antidepressiva.
Nello specifico, fare il pane prevede una serie di azioni che armonizzano il coordinamento dell’emisfero destro e sinistro del cervello, stimolando la creatività e la capacità di problem solving, neutralizzando così l’iper-vigilanza mentale attivata dalla neuropsina e da altre molecole dello stress.
Amalgamando gli ingredienti con i polpastrelli e i loro numerosissimi recettori nervosi si comunicano al cervello piacevolissime sensazioni di morbidezza, freddo, caldo. Il sistema tattile svolge anche un’azione protettiva. Stimolarlo, quindi, favorisce il recupero della fiducia nelle proprie capacità di “sentire” ed evitare le situazioni di pericolo.
Preparare il pane favorisce anche la consapevolezza dei propri errori. Se si sbaglia il quantitativo degli ingredienti, o se non si regola la temperatura del forno in modo ottimale non si può tornare indietro e cancellare quello che è stato fatto.
Le tecniche di panificazionevengono utilizzate da alcuni psichiatri per la gestione dell’insonnia da ansia. Lavorare la farina e l’acqua con le mani per un quarto d’ora è un esercizio che favorisce il “saper aspettare”, il rilassamento attivo che da sempre i monaci praticano attraverso la preghiera ripetuta.
Durante la lavorazione dell’impasto le onde cerebrali rallentano il loro ritmo, il respiro diventa più regolare, le molecole dello stress si riducono sensibilmente. Diventa più facile, così, mantenere il sonno profondo che, spesso, si interrompe quando si soffre d’insonnia.
Arrivare ad informare l’impasto è una forma di meditazione consapevole che tiene concentrati sul “qui e ora”, e favorisce la messa a riposo dei meccanismi dell’ansietà. Questi gesti, però, devono essere ripetuti almeno due o tre volte alla settimana. Secondo alcuni recenti studi americani dopo i 50 anni riducono del 40% il rischio di calo della memoria, aiutando la capacità di organizzazione.
C’è di più: l’aroma del pane caldo, appena sfornato, stimola l’olfatto, cioè l’emisfero destro, centro cerebrale della creatività, delle intuizioni veloci, della capacità di rivedere gli stimoli interni ed esterni. Un vero e proprio allenamento mentale che accelera le riflessioni sul presente e sul futuro.
La ricetta del Pane
In una ciotola, mescolare 1 Kg di farina e 750 ml di acqua tiepida, fino ad ottenere una pagnotta. Coprire con un canovaccio per circa 30 minuti. Tornare a mescolare fino a quando l’impasto sarà elastico, unendo 20 gr di sale e 10 gr di lievito fresco.
Trasferirlo in una ciotola oliata, coprire e lasciare riposare la pasta ottenuta a temperatura ambiente per un paio d’ore circa. Lavorare ancora un po’ il composto, trasformandolo in filone o pagnottella. Mettere in forno a 200° C per circa 50 minuti.
Carmen Iodice
Cassazionista
Docente in diritto di famiglia
Perfezionata in Amministrazione e Finanza degli Enti Locali
Appassionata del web
Amministratrice e creatrice del magazine COME magazine.
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